Il Deserto e Sant'Agata sui due Golfi
Non si può parlare di Sant’Agata, però, senza fare un accenno al “Deserto”. Questa amena collina posta in cima all’abitato del paese, uno dei luoghi da cui si può godere una suggestiva vista sui due golfi, nel 1679 fu scelta dai P. Carmelitani Scalzi Teresiani per edificarvi una casa monastica. L’ampio edificio fu eretto probabilmente sui ruderi di un antico tempio pagano. Una tesi molto suggestiva, vista anche la vasta Necropoli che si sparge lungo la collina che guarda verso Sorrento, vuole che esso fosse proprio il famoso e mai trovato Tempio delle Sirene, il cui culto era molto diffuso fino all’avvento di quello di Atena e poi di Minerva. Il Convento, costruito su vasta pianta, fu denominato del Monte Calvario e conobbe vicende alterne fino a quando nel 1810, sotto il Regno di Murat, fu soppresso. In seguito fu dato in custodia al parroco di Sant’Agata, ma negli anni cadde in totale abbandono fin quando fu visitato dal P. Ludovico da Casoria. Il Pio monaco, suggestionato dal posto, ottenne la concessione nel Monastero per fondarvi una casa del suo ordine monastico; così alla vigilia della Pentecoste del 1867 il “Deserto” riaprì i battenti, retto dai P. Bigi ed utilizzato ad ospizio per i poveri orfanelli. Successivamente sulla sommità del Monastero fu eretto un Belvedere dal quale ammirare un ampio panorama sui due golfi e sulle isole di Capri, Ischia e Procida; sottostante il Belvedere fu allestita una foresteria, le cui mura, ivi compreso il soffitto, furono interamente maiolicate, con stupende ceramiche della ditta Richard-Ginori. Il Deserto era una visita obbligata per tutti i visitatori della Penisola Sorrentina, ad iniziare dai viaggiatori del Grand Tour, i quali nella tappa di Napoli avevano in calendario un soggiorno a Sorrento e quindi un’escursione al “Deserto” di Sant’Agata. Molti viaggiatori hanno decantato le bellezze della Penisola e tra esse il “Deserto”; tra i tanti ne riferisce il filosofo Friedrich Nietzsche, il quale in una lettera scritta ad un amico durante la lunga villeggiatura sorrentina, parla di una gita “a schiena d’asino” al Deserto in compagnia di sua sorella e di Richard Wagner con la moglie Cosima. Agli inizi del 1900 i Padri Bigi del Deserto, nella foresteria denominata “sala maiolicata”, tenevano un libro per le firme, sul quale i visitatori apponevano il segno del loro passaggio, spesso accompagnato da pensieri e riflessioni. Tra le tante firme sono riconoscibili quelle di Mussolini e del Primo Ministro Zanardelli. Oggi il Monastero del Deserto è retto dall’ordine delle suore Benedettine, ma purtroppo la “sala maiolicata” versa in condizioni di degrado ed è chiusa al pubblico, mentre il Belvedere è fruibile solo per richiesta specifica fatta alle suore e solo in alcune ore della giornata.